giovedì 14 giugno 2018

Come combattere l’ipertensione


Come combattere l’ipertensione? Anzitutto è necessario stabilire fino a che punto i valori di pressione possono essere considerati normali e quando, invece, si deve cominciare a parlare di ipertensione. Su questo punto le regole sono cambiate nel corso degli anni. Le ultime le hanno appena dettate l’American College of Cardiology e l’American Heart Association e stanno facendo molto discutere. Anzi, secondo alcuni esperti i nuovi parametri per definire l’ipertensione (e di conseguenza le terapie) sono troppo restrittivi e rischiano di creare danni, soprattutto nella popolazione anziana, come hanno appena ipotizzato due nefrologi dell’University of Chicago, George Bakris e Matthew Sorrentino sul New England Journal of Medicine.
Combattere l’ipertensione In attesa di nuove direttive che l’European Society of Cardiology e l’European Society of Hypertension (Esh) stanno mettendo a punto e presenteranno nel giugno prossimo a Barcellona in occasione del congresso dell’Esh. Punto primo: secondo gli americani è da considerare pressione «normale» quella sotto i 120 millimetri di mercurio (mmHg) di massima (pressione sistolica, quando il cuore si contrae) e sotto gli 80 di minima (pressione diastolica, quando il cuore si rilascia). Gli europei, invece, ritengono «ottimale» una pressione al di sotto dei 120 e degli 80, ma ritengono ancora «normali» valori fino a 130-84 e «normali alti» fino a 139-89. Preoccupante, invece, quando i valori sono tra i 120 e i 129 di massima e sotto gli 80 di minima si comincia a parlare di pressione elevata (che potrebbe richiedere un trattamento farmacologico se è già presente un rischio cardiovascolare, altrimenti è sufficiente intervenire sullo stile di vita). Terzo: se la massima è compresa fra 130 e 139 e la minima fra 80 e 89, si tratta di ipertensione di stadio 1 (da trattare con farmaci). Quarto: oltre i 140 di massima e oltre gli 80 di minima si passa allo stadio 2 dell’ipertensione (che richiede un trattamento farmacologico).
Come abbassare l’ipertensione «Una serie di studi clinici ha dimostrato che abbassare la pressione sotto i 140 di massima e i 90 di minima comporta un vantaggio in termini di riduzione del rischio cardiovascolare – commenta Enrico Agabiti Rosei, Past Presidente dell’Esh -. Questo beneficio può ancora aumentare, con un’ulteriore riduzione della pressione, ma sempre meno». Ecco allora due regole importanti da ricordare di fronte a un paziente iperteso. «La prima è quella di individualizzare il trattamento, caso per caso, facendosi guidare dalla clinica – continua Agabiti Rosei -. La seconda suggerisce di cominciare la terapia il più presto possibile, prima che si sia instaurato un danno d’organo come un’ipertrofia cardiaca o alterazioni vascolari e renali. Questi danni, poi, non regrediscono con la terapia e costituiscono il cosiddetto rischio residuo». Una terza, valida, indicazione arriva proprio dalle nuove dalle linee guida americane: «Il suggerimento è quello di utilizzare subito due farmaci antipertensivi di fronte a livelli pressori superiori a 140 – precisa Mancia -. E non, come spesso si fa, cominciare con uno e poi associarne un secondo. La combinazione non solo è più efficace, ma aumenta l’aderenza alla terapia».Fonte vivi puro